Quando un palazzo diventa un’anima…

A Palazzo Masino, tra Via Arsenale e Via Alfieri, il Seicento non è un’epoca passata: è un ospite silenzioso che ti porge il caffè al mattino. Qui, i muri non raccontano storie: le respirano, le custodiscono, le offrono a chi sa ascoltare con gli occhi.

Ogni dettaglio è un dialogo: legno di noce che sa di porte aperte a duchi e artisti, fregi restaurati come fossero poesie tradotte in gesso, capitelli che sussurrano segreti di scalpelli dimenticati. Ma oltre la facciata —un’ode all’orgoglio torinese— si nasconde un paradosso: come può un luogo così antico sentirsì così inevitabilmente tuo?

Gli appartamenti sono quadri viventi: soffitti alti come sospiri, cucine che sposano il design con la grazia di un valzer, tecnologia che si fa discreta come un maggiordomo d’altri tempi. E mentre il Wi-Fi scorre veloce tra affreschi dormienti, scopri che il vero lusso non è possedere, ma appartenere.